Il Brasile ha 189.600.000 di abitanti di cui 70.000.000 di classe A-B. La continua ascesa del potere di acquisto dei restanti 120 mil fa del Brasile un mercato interessantissimo in termini di crescita percentuale dei consumi interni di qualsiasi genere. Non meno interessante è capire che il continente Brasile è diviso in Stati (26 + la capitale), con legislazioni differenti e opportunità differenti, quindi quando parliamo di Brasile è come se parlassimo di 26 Stati differenti, ognuno con eccellenze economiche specifiche, ma anche con problemi specifici. Un ‘altro aspetto interessante della popolazione brasiliana e senza dubbio la sua composizione, è un paese storicamente composto da immigrati, concentrati soprattutto al centro/sud del Paese. Portoghesi, tedeschi, polacchi, giapponesi,ucraini, italiani sono la forza del Brasile e ciò rende più facile qualsiasi contatto commerciale rispetto agli altri paesi del BRIC, dove le diversità sono maggiori.
Il Brasile ha una superficie di 8,5 milioni di kmq (2,2 volte l’Unione Europea, dopo l’allargamento a 25 paesi e 28 volte l’Italia). È il 5° paese al mondo.
Brasilia (2,6 milioni di abitanti stima ufficiale del 2012).
Il Brasile è una repubblica federale composta di 26 Stati e un distretto federale. Possiamo dividerlo industrialmente in 4 parti:
Gli abitanti del Brasile sono 194 milioni (2012). Il Brasile è un paese con una popolazione giovane. Tre quarti della popolazione risiede in una città. Vi sono 14 città con oltre un milione di abitanti.
Tropicale e subtropicale. Temperato sulla costa meridionale e nelle regioni con maggiori altitudini.
Portoghese
Il 70% dei brasiliani è di religione cattolica, il 19% è protestante, la parte rimanente professa altre religioni.
L’unità monetaria è il Real (BRL, R$).
Le notevoli risorse naturali pongono il Brasile in una posizione di vantaggio competitivo nella lavorazione di prodotti agricoli e primari, inclusi ferro ed acciaio. Tra i prodotti agricoli di prima necessità figurano soia, canna da zucchero, arance, tabacco, cacao, caffè,carne e pollame. La forza del settore agro-alimentare è legata allo sviluppo di collegamenti tra l’industria alimentare e il settore agricolo. Il Brasile ha una solida base industriale estesa e diversificata, la quale spazia dall’ingegneria pesante ai beni di consumo, ed è concentrata principalmente nella regione sud-orientale, in particolare negli Stati di São Paulo, Rio de Janeiro e Minas Gerais.
La regione del Sud–Est, una delle cinque “macro regioni” in cui è suddiviso il Brasile (Sud-Est, Sud, Nord, Nord-Est, Centro-Occidentale), rappresenta la forza trainante dal punto di vista economico. Essa è costituita da 4 stati (Espírito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro e São Paulo), ed in questa parte del paese si produce ancora oltre la metà del PIL. La regione Centro-Occidentale, nella quale rientrano Distrito Federal di Brasília, Goiás, Mato Grosso e Mato Grosso do Sul, è invece quella a più rapida crescita.
Lo Stato di São Paulo, in particolare, guida la produzione manifatturiera del Paese, anche se la sua percentuale di contribuzione al PIL è andata diminuendo. Altre attività industriali si sono sviluppate negli ultimi anni negli Stati di Minas Gerais (automobili e acciaio); Bahia (petrolchimico, carta e calzature); Paraná (automobili); Pará (minerario e alluminio); Rio Grande do Sul (petrolchimico); Espírito Santo (acciaio). La liberalizzazione commerciale ha portato maggiori benefici a questi ultimi Stati piuttosto che a quello di São Paulo. Lo Stato di Rio de Janeiro negli ultimi anni ha fatto registrare una ripresa, sostenuta dalla crescita dell’industria petrolifera, la Petrobras, leader mondiale nella produzione ed esplorazione nelle acque profonde, ha sede a Rio.
L’economia brasiliana sta lottando contro la crisi mondiale che in tempi globali come i nostri non lascia immune nessuno. Gli indicatori sono tutti positivi anche se qualche luce rossa inizia ad accendersi e a lampeggiare. Il prodrotto interno lordo (PIL) sará in crescita anche per i prossimi anni e l’inflazione piú o meno sotto controllo(5,7% 2012), quello che invece comincia a preoccupare é il calo di produzione industriale che nell’accumulato dell’anno si attesta ed un -3% e che riflette una perdita di mercato a fronte di scarsa efficenza.
Il Brasile é sempre stato un gigante come fornitore di materie prime ma un nano nella trasformazione delle suddette. Il commercio e i servizi che sono la parte piú cospicua nella composizione del PIL sono in crescita e sono il vero acceleratore dell’economia. Le continue manovre fiscali (esenzioni) per aiutare i consumi aiuta il commercio e l’espansione del credito lo alimenta. Normalmente si dice che quando un Paese cresce il primo indicatore é quello delle costruzioni “ se l’edilizia tira, anche il Paese la segue “.
Attualmente il Brasile é un cantiere a cielo aperto, si sta costruendo di tutto , dal residenziale popolare a quello di lusso, dall’infrastrutturale federale come Porti, aereoporti, strade e ferrovie, a quello Statale come ospedali,scuole e metropolitane. Per non parlare delle opere relative ai Mondiali di calcio del prossimo 2014 e delle olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. Quindi un Paese in esplosione infrastrutturale e residenziale con espansione dei consumi e con bassa disoccupazione 4,9% (1,2 milioni). Dirigere tutto ció é un fardello pesante che necessita di competenza e programmazione la ritrovata stabilitá politica dell’ultimo decennio fa pensare che il Brasile abbia le carte in regola per vincere questa sfida, il temp ce lo dirá.
GDP (Gross domestic product): R$ 4,143 trillion or U$ 2,367 trillion* - (2011)
GDP per capita: R$ 21.252 or U$ 12.144* - (2011)
GDP evolution: 2,7% (2002); 1,1% (2003); 5,7% (2004); 3,2% (2005); 4 % (2006); 6,1% (2007); 5,2% (2008); - 0,3% (2009); 7,5% (2010); 2,7% (2011).
GDP Growth: 1% (2012)
Investment rate: 19,3% of GDP (2011)
Savings rate: 17,2% of GDP (2011)
Labor force: 104 million ( 2011)
Inflation (IPCA): 6,5% ( 2011) 5,7% (2012)
Unemployment rate: 5,8% (may, 2012)
Central Bank of Brazil basic interest rate (SELIC): 7,25% per year (December, 2012)
National minimum wage: R$ 622,00 (2012) U$ 674,00 (estimation 2013)
External debt: US$ 297 billion (2011)
Exports: US$ 256,041 billion (2011)
Imports: US$ 226,251 billion (2011)
Balance of trade (2011): US$ 29,790 billion (superavit) –Growth of 47,8% (compared with 2010)